Che noia la vacanza!
Grace e’ in vacanza con i bambini in uno splendido eremo sulle colline liguri, con piscine ( due ) e campi da tennis, a 10 minuti di macchina dal mare.
A Milano ci sono 45 gradi e i vecchietti muoiono di caldo. Li’ c’e’ la brezzolina, 24 gradi, si sta benissimo, fa bello, e ci si sveglia con gli uccellini che fanno cip cip sugli alberi. I nostri vicini di casa, di Liverpool, dicono felici che e’ il posto piu’ bello del mondo e che sono fortunati a stare li’ piuttosto che nella calca delle spiaggie.
Reazioni di Grace: Che noia, era meglio stare a Milano, con tutto quello che c’e’ da vedere, da Laurie Anderson ai Negramaro. Qui non succede niente, non ho nessuno con cui parlare, devo pensare solo ai bambini, fammi una ricarica al cellulare che almeno parlo con le mie amiche.
Nel weekend, per stemperare, organizzo un paio di iniziative:
1) Cena all’esclusivo Yacht Club di Rapallo, frequentato solo dai soci, proprietari di panfili enormi e barche a vela miliardarie, elegantissimo, con postazioni internet Fastweb e tv al plasma permanentemente sintonizzato su Sailing Channel, dove tutti parlano solo di Alinghi, Mascalzone e quelle cose li', e dove il ristorante e’ prenotabile solo da un socio o se telefoni dicendo che ti chiami Tronchetti. Per fortuna un nostro amico e’ socio. Ha una barchetta piccola, ma gli basta per avere il diritto di esserlo. Tavolata da dieci persone, di cui sei bambini, che si avventano a piu’ riprese sul lunghissimo buffet degli antipasti di mare mentre tre cameriere prendono scrupolosamente nota, e alla fine della cena, maledette, dicono ai bambini: "Volete andare di la' a vedere che gelati ci sono?". Conto allucinante, commento di Grace: “Che posto da vecchi”.
2) Giornata al mare: tutti insieme a San Fruttuoso con il battello! Che bella iniziativa!
Conto: battello, ombrellone e lettini a San Fruttuoso, visita al Cristo degli Abissi, pranzo in ristorantino tipico di pesce sotto la capannetta di paglia sulla spiaggia (quotato in borsa), colazione prima che parta il battello, gelati dopo che e’ tornato il battello, parcheggio: € 210.
Al ritorno Grace annuncia: “Vado a fare la spesa, che a casa non c’e’ niente da mangiare”, facendo seguire l’annuncio dal proverbiale sbuffo che sta a significare “Se non ci penso io, qui, a fare la spesa, tutta sulle mie spalle sta famiglia...”.
La spesa dura, inspiegabilmente, due ore, anche se il paesino e’ piccolissimo e i negozi sono tre: pasta fresca, mercato del pesce, tutto il resto. Due ore durante le quali sono da solo a gestire bagni, asciugamenti, rivestimenti, litigi, acquisto compulsivo di figurine e ghiaccioli, e alla fine della spesa Grace si presenta con un paio di infradito griffate dicendo, con lo sbuffo di ordinanza: “Che fatica! va be’, ci sediamo a prenderci un bell’aperitivo?”.
Bio Cosmetique Naturelle
Sabato mattina. Grace: "Guarda! E' arrivato un buono sconto delle Parfumeries Marionnaud di € 7,50. Faccio un saltino li'. Intanto tu, quando i bambini si svegliano, li lavi, li vesti, gli prepari la colazione e li porti a fare un giro in bicicletta, ma mi raccomando tornate a casa per mezzogiorno".
Scontrino delle Parfumeries Marionnaud, che ho di fronte: Totale spesa € 138, 90, comprensivi dei 7,50 di sconto.
Tra le voci di spesa una crema da € 88,80, sulla quale Grace ha dichiarato "TI HO PRESO una crema antirughe, dovresti metterla ANCHE TU attorno agli occhi".
La crema in questione e' l'ammiraglia della casa svizzera BCN, che sta per Bio Cosmetique Naturelle, una linea carissima che Grace sta consigliando a tutte le sue amiche durante interminabili telefonate dal mio cellulare, promuovendola come l'unica vera marca da usare.
Naturalmente il conto della profumeria e' andato dritto sulla mia carta di credito.
Tu parti, io Party!
Mio padre ha 92 anni e, con la sua moglie svedese, trascorre le sue estati in un boschetto in riva al mare, nella Svezia del sud, dove hanno costruito una adorabile casetta in legno nel mezzo del nulla. Ogni anno, all'inizio dell' estate, siamo praticamente obbligati ad andarli a trovare per una settimana, con tutta la famiglia. Questa usanza fa felici i nonni, che vedono i nipotini, e i nipotini, che giocano a pallone, vedono gli scoiattoli, e mangiano tutte le schifezze che noi di solito evitiamo.
Tutti felici, tranne Grace. La quale, donna del sud, non sopporta di essere al mare in un posto dove fa un freddo cane, non sopporta di essere in un boschetto lontano da ogni forma di vita sociale, e non sopporta di dover fare le valigie, in giugno, con dentro le giacche a vento e le cose da inverno. Pero' le tocca, percio', per tutti i sei mesi successivi mi fa pesare di essersi sacrificata ad andarci, e per i sei mesi precedenti mi rinfaccia che si sacrifichera' un'altra volta l'anno dopo. Un anno intero di rinfacci per pochi giorni di trasferta.
Ed eccoci a due giorni prima della partenza, prevista per il 9 Giugno. Tutto organizzato, valigie, biglietti aerei, tutto. Vado al concerto di Springsteen al Forum, e mentre aspetto che cominci suona il telefono. E' Grace. "Alessandro ha 39 di febbre". Va be', passera', penso io. Ma da quel momento in poi nella mente di Grace scatta un forsennato re-scheduling. La mattina dopo, in sequenza veloce, visita dal dottore e all' agenzia di viaggi, e in breve la diagnosi: "Non si puo' far partire il bambino in queste condizioni".
E allora che facciamo? Mio padre ci rimarra' troppo male. La soluzione di Grace e' gia' pronta, e secondo me era gia' pronta dalla prima febbre di Alessandro, e forse ancor prima della febbre.
"Parti tu con Enrico. Io resto qui".
Lasciamo perdere che la mattina della partenza la febbre di Alessandro era passata ("Ma senti che linfonodi gonfi, che ha!") e che tutto sommato un viaggio da solo con il mio figlio piu' grande mi fa piacere farlo, per la prima volta. Quello che non sapete, cari amici, e' che mentre io ed Enrico giocavamo a pallone, guardavamo gli scoiattoli, e mangiavamo schifezze nel silente boschetto svedese, Grace, sabato sera, esordiva a sorpresa come dj nella glittering nightlife milanese.
Dopo una provvidenziale visita dal parrucchiere piu' caro della citta', e mollato il piccolo Alessandro, perfettamente in forma, nella mani della baby sitter, Grace saliva infatti alla consolle del "360", nella trendissima Via Tortona, suonando i miei dischi di They Might Be Giants, Siouxsie and the Banshees, Spandau Ballet, Black Eyed Peas, J-Lo e Nelly, naturalmente senza rimetterli poi nelle copertine giuste.
Tutto cio' mentre nel boschetto svedese, riparati nella casetta da una pioggia insistente, leggevo ad Enrico pagine dal libro "Lettera a mio figlio sul calcio" di Darwin Pastorin, ed il caro suocero diceva sconsolato: "Povera Grace, costretta a stare a Milano ad assistere il mio nipotino malato, invece di essere qui con noi in questo posto cosi' bello".
Sapore di sale, sapore di mare: Grace alla conquista della Versilia
Dopo essere diventata la reginetta di Curma, e la miglior cliente del levante ligure, a Grace mancava la conquista del litorale piu' caro d'Italia.
Complice l'invito di certi conoscenti, ci ritroviamo a passare il lungo weekend del 2 Giugno mica a casa di amici o in un albergo qualsiasi, bensi' presso lo storico Grand Hotel Principe Di Piemonte, recentemente riaperto dopo due anni di radicale ristrutturazione, il che giustifica una spavalda impennata dei prezzi.
Sistemazione: suite vista mare formata da stanza con DUE letti a una piazza e mezza ciascuno con baldacchino, balcone reale, stanza per i bambini, DUE televisori al plasma, bagno grande come un monolocale fornito di una trentina di asciugamani, e capiente cabina armadio ( "Sai che per entrare nel nostro armadio c'e' una porta?", dira' quel piccolo spandimerda di mio figlio ad un amichetto sulla spiaggia ).
Tra le facilities dell'albergo:
"Obiettivo Benessere": health and beauty center che oltre a percorsi guidati tra saune, bagni turchi e "trattamenti viso", offre un programma di massaggi dai nomi tipo "Massaggio connettivale", "Massaggio al miele della gallura" e "Massaggio chocolat", oltre a proposte platealmente sporcaccione quali "Massaggio a 4 mani".
"Menu dei cuscini": a richiesta del cliente, tre diverse linee di cuscini sui quali dormire, dalla "linea ergonomica" con cuscini al lattice ortocervicale, fino alla "linea bioaromatica" che offre un cuscino che sprigiona olii essenziali di rosa e lavanda, uno alla menta e geranio, e uno al sandalo, fino alla splendida "linea bioenergetica" che propone come picco creativo il "guanciale antistatico in fibra di rame", che come spiegano allunga la vita e aiuta il cervello a funzionare meglio.
E per finire, un sontuoso buffet di prima colazione al cospetto del quale i miei figli, armati di piattino, dichiarano all'unisono, "prendo tutto quello che mi piace", mescolando fragole e salame, cornetti e pezzi d'anguria, cereali affogati nel succo di pomodoro e mozzarelline che galleggiano nel cappuccino.
Ma il bello deve ancora venire.
I nostri amici ci danno appuntamento allo stabilimento balneare "Lido", gestito da una coppia di miliardari, lui, viareggino, lei venezuelana, per i quali la gestione dello stabilimento "e' solo un hobby". In realta' sono proprietari terrieri di mezza Florida e mezzo Venezuela, vivono sei mesi all'anno a Miami, e tra le altre proprieta' immobiliari hanno un castello che si staglia proprio li', di fronte a noi, nel mezzo del lungomare di Viareggio. "Pero' - confida lei a Grace - mi sa che lo vendiamo. Che ce ne facciamo di duemila metri quadri su cinque piani?". Gia', dico io, ma a chi cacchio lo vendi un mammatrone del genere? "Mah - risponde la venezuelana con nonchalance - a chiunque abbia voglia di spendere 8 milioni di euro". Grace mi guarda come a dire "E tu, pezzente, non ti fai avanti?"
Il "Lido" e', di giorno, un "bagno" frequentato solo dai soci stagionali, niente poveracci che affittano l'ombrellone alla giornata, solo abitue' che pagano quei 5/10.000 euro a stagione, ombrelloni, "tende" e sdraio ben distanziate, con clienti che si lamentano dei telefonini dei vicini, altri che non vogliono stare "vista porto" ma preferiscono la "vista golfo", quando basterebbe spostare la sdraio per risolvere, e uno in particolare che a inizio stagione si presenta li' con il sensitivo che gli orienta la tenda feng shui in modo da ricevere le vibrazioni giuste.
Di sera, si trasforma in raffinato ristorante di pesce sulla terrazza, con musichina diffusa di orientamento soul jazz ( Lauryn Hill unplugged, Incognito, Digable Planets, Joss Stone, e l'immancabile Kenny G.).
Ovviamente, tre giorni pranzo e cena sempre li', tranne una cena "in pineta" in quella che gli amici ci descrivono come "una bettola", ma che in realta' e' tanto rustica quanto cara.
Durante il giorno Grace mi smolla regolarmente i pargoli per scoprire tutti i negozi del lungomare. "Devo prenotare il parrucchiere", dice alla venezuelana, che si sta organizzando il viaggio a New York, dove andra' a trovare i parenti nel loro attico in Park Avenue. "Guarda - risponde lei - vai da Massimiliano. E' un po' piu' caro degli altri, ma e' il piu' bravo". E via che Grace si fionda da Massimiliano, mentre i bambini si buttano in mare, seppelliscono nella sabbia la macchina fotografica, prendono a pallonate le vecchiette.
I bambini: Alessandro si innamora di una bambina ricchissima, Tiziana, che non lo caga. Enrico e' gasatissimo all'idea che il presidente dell'Inter Moratti e l'allenatore della Nazionale Lippi abitino a pochi metri di distanza.
Insomma, tutti e tre, conquistati dalla Versilia, per la prossima stagione, mi offrono tre alternative:
1) passare l' intera estate nella splendida cornice del Grand Hotel 2) affittare una casa a Viareggio 3) comprare una casa a Viareggio.
Perche', come chiosa Grace: "Un weekend cosi', ti rigenera".