Friday, April 28, 2006

La Rosa d' Egitto

Marsa Alam, Egitto. Posto meraviglioso in riva al cristallino Mar Rosso, barriera corallina popolata di pesci colorati fantastici, camere direttamente su una spiaggia di sabbia fine, piscine, tennis, bar on the beach, prati all'inglese incredibilmente verdi e curatissimi con rigogliose siepi di fiori freschi anche in pieno deserto, ed mille altre amenita'.
Tra i simpatici compagni di viaggio, di varia tipologia, eta' ed estrazione sociale , ne spiccava uno: il chirurgo plastico.

Per una settimana il povero (oddio, povero...) e' stato attorinato all'ombrellone da sciure in pareo che gli ponevano mille domande, alle quali rispondeva paziente (per una volta il paziente era lui) sciorniando tecniche, agghiaccianti dettagli splatter, risvolti psicologici, e soprattutto prezzi di ogni tipo di intervento estetico: dal semplice "filler" di botox sotto gli occhi, fino al prosciugamento totale di ogni tipo di pancia, dal tirar su il culo allo sfinare i polpacci, per non parlare dell'aggiustamento di zigomi, nasi e labbra, fino alla piu' classica delle operazioni, la Milano-Sanremo del ringiovanimento femminile, la Quinta di Beethoven del bisturi, la Stairway to Heaven del sex appeal: le tette nuove.

L'argomento specifico era facilitato dalla presenza nel Gruppo Vacanze Egitto di una portatrice sana di tette rifatte pochi mesi prima dal suddetto chirurgo, diventata suo malgrado il manichino vivente al quale le altre facevano riferimento, additandola ai propri mariti: "Hai visto le tette della Laura? Hai visto come stanno su? Belle vero? Cinquemila euro. A tetta".

Il chirurgo stesso mi ha raccontato che lui riesce a capire che tipo di coppia ha di fronte al primo appuntamento. Se lui ha la faccia di quello che, appena uscito, le dira' "scordatelo, non se ne fa niente", e' il marito. Se ha l'espressione entusiasta e aggiunge frasi tipo "ma, si, dai, gia' che ci sei facciamo anche quello...", e' l'amante.

A Grace le tette nuove piacerebbero non gia' per rendersi piu' attraente nei confronti del marito ( non vi preoccupate, tutto il repertorio del "ma se sei bellissima cosi' " e derivati l'ho giocato da tempo ) ma solo per potersi comprare degli abitini estivi che con quel tipo di tetta starebbero su meglio. Insomma non vuole un seno piu' prosperoso, vuole solo un appendiabiti.
10.000 euro per un attaccapanni.

La scoperta della settimana, per Grace, e' stato un mini-souk artificiale di negozietti, che immediatamente e' diventato la sua meta preferita e quotidiana. Complice il contagioso atteggiamento di grande concordia tra i popoli che hanno i bottegai locali, Grace e' diventata la migliore amica di Abdul, che vende anelli e ciondoli, Zacaria, che vende olii profumati ed essenze, Hassan, sandali e pashmine, Ahmed, pendagli, bracciali e roba del genere.
Zacaria, il piu' paraculo di tutti, espone una lista di olii curativi mirati ad ogni singolo malanno tipico delle sciure italiane: quello per la cervicale, quello per la cellulite, per la bronchite, il cagotto, il mal di testa, dolori mestruali, punture d'insetto, ustioni solari. A Grace ha rifilato una boccettina di olio per capelli fatto apposta proprio per quel tipo di capelli li', oltre ai semini di cardamomo, cumino, mirra ( quella di oro incenso e mirra ) e altre diavolerie inutili spacciate per ingredienti da cucina o profumazioni d'ambiente.
"Che ci fai col cardamomo, scusa?" "Il risotto!". Ah, certo, il famoso risotto al cardamomo.
Ma il capolavoro e' stata "La Rosa d'Egitto". Che non e' una rosa, e' un tozzo di rametti nodosi e secchi, che il sapiente Zaccaria ha raccomandato di mettere in acqua per tre giorni, cambiando l'acqua ogni giorno, e avremmo visto spuntare dei meravigliosi fiorellini bianchi e profumati che durano un anno.
Tornati in Italia, messa la rosa in acqua, dopo una settimana niente fiorellini, legno marcito, puzza, buttata via la rosa.

Dopo l'acquisto di sandali, magliette e ninnoli vari culminata in una partita di bicchierini in vetro colorati a mano, moooolto carini, ma troppo piccoli per il te', troppo grandi per la vodka, insomma inutili, Grace ha dato il meglio di se' comprando una confezione di italianissima crema solare. Non certo perche' la sua scorta fosse esaurita ( i bambini sono tornati in Italia bianchi per eccesso di protezione 80 spalmata a strati ), ma perche', secondo lei, "In Italia questo formato non si trova ".

Per fortuna si e' accorta troppo tardi che all'imbarco del volo di ritorno si stagliava minaciosa all'interno dell'aeroporto l'insidiosa boutique "Golden Pyramid Jewellery"!.

"Guarda, hanno degli anelli bellissimi!"

"Tesoro, stanno imbarcando, tocca a noi, sbrigati!"

fiuu....

Tuesday, April 25, 2006

Bombe d' Egitto

Avevo in programma un bel post per narrare le gesta di Grace alle prese con la vacanza egiziana, regina dei negozietti di ninnoli e in giro per il deserto a dorso di cammello. Poi ieri è arrivata la notizia degli attentati terroristici a Dahab, e mi è passata la voglia. Siamo tornati da tre giorni da una terra dove ci sono solo sassi, sabbia e povertà, ma dove il turismo che cresce sul bordo di quel mare meraviglioso riesce a far vivere meglio tante famiglie.
Eravamo a Marsa Alam, molto piu' a sud di Dahab. In un posto fantastico costruito con gusto ed in soli 6 mesi da 2000 operai. Formichine veloci come quelle che costruirono le piramidi migliaia di anni fa. Mano d'opera raccattata tra i giovani gi Assuan, molti dei quali oggi lavorano li' e i posti simili. Lo stipendio medio di un operaio è di 12 euro al mese. Un ragazzo che lavora alla reception, in una situazione di estremo privilegio solo per il fatto di essere in un ambiente pulito, con aria condizionata e ordinatamente vestito, ci ha detto che arriva a circa 40 euro al mese. Con un quarto di lira egiziana, equivalente a 4 centesimi di euro, una famiglia riesce a comprare 5 pagnotte. Quando gli lasci due euro di mancia gli hai risolto la settimana.
Hassan, il ragazzo che ci serviva il te' nella tenda sotto le stelle, ci ha salutati sorridente perchè andava a casa a trovare la moglie e il figlio nato da 20 giorni, che possono mangiare e avere una casa perchè lui prepara il te' ai turisti, a sei ore di strada da casa sua.
Le bombe di Dahab, come quelle di Sharm El Sheik l'anno scorso, possono mettere seriamente in crisi questo sistema. Dove siamo andati noi erano quasi tutti italiani e tedeschi. A Dahab erano soprattutto egiziani in vacanza. Viene da dire che non bisogna lasciare che la paura vinca, che in Egitto bisogna andarci lo stesso, perchè negli alberghi e nei villaggi tutto è controllato (le bombe di ieri sono state messe in un mercato nel centro di un paese) e perchè sulle strade di grande comunicazione c'è un posto di blocco ogni 500 metri. Però se la strage di Dahab fosse successa pochi giorni prima della nostra partenza, chissà se noi saremmo partiti. Per il momento c'è solo il silenzio, e la preghiera per chi ieri era in vacanza ed improvvisamente adesso si trova tra le mille stelle di quel cielo infinito. Salaam Alaykum.

Thursday, April 13, 2006

Spring Break

Grace ha un problema: le vacanze dei bambini sono troppo lunghe. Tra elezioni, Pasqua, 25 aprile e vari ponti all'italiana i ragazzi ci stanno tra le scatole quasi un mese.
Ma a differenza della maggioranza delle mamme italiane, che di tutto cio' si accorgono quando le date si avvicinano, Grace aveva previsto tutto mesi fa, calendario alla mano, e si e' organizzata. Naturalmente senza dirmi niente.

I giorni precedenti alla scadenza elettorale sono stati un carosello di attivita' volte a sbolognare i piccoli a destra e a manca negli orari destinati ai suoi pilates e stretching: Ale a giocare da un amico, Enrico a nuoto accompagnato dalla mamma di un altro, uno a pranzo da un compagno, l'altro alla festa di una amichetta. Naturalmente Grace non e' mica una approfittatrice, e le cortesie le restituisce volentieri, quindi io dovevo poi accompagnare tutti all'allenamento di calcio e poi portarne 5 a mangiare il gelato.

Anche se a Pasqua io avrei solo un giorno di vacanza, Grace ha prenotato una settimana in un resort egiziano al mare dove sono gia' andati dei nostri amici. "E' bellissimo, guarda qui che belle foto, e poi non costa tanto, a proposito dammi l'assegno che devo andare in agenzia a pagare".
Il ritorno e' previsto giusto il giorno prima del lungo ponte del 25 Aprile, che Grace ha deciso di passare al mare in Liguria. Si arriva e si riparte subito per altri 4 giorni, ed il problema dei bambini e' risolto. Oh, non potevamo mica farli rimanere a respirare l'aria di Milano, questi poveretti.

Domani mattina all'alba partiamo. Grace mi ha telefonato adesso per dirmi che devo andare a prendere i bambini al parco mentre lei poverina deve finire di preparare le valigie. Poi, vista la sua concentrazione sulla questione valigie, dovro' anche ritirare il bucato e mettere a posto il casino lasciato dagli operai che, oggi, sono finalmente venuti a montare la scarpiera in legno antico intarsiato e dipinta a mano che aspettavamo da un anno, ma che tardava ad arrivare. Dalla Thailandia.

Noi ci sentiamo dopo l'egitto, amici.