Tuesday, January 24, 2006

Non dovevamo andare a pranzo?

Grace mi telefona in ufficio, verso le 11. "Sono al bar della palestra. Ho appena finito Pilates, madonna come sono stanca! E tu che stai facendo?" "Sto lavorando, veramente". "Ah, senti, ti va se pranziamo insieme al macrobiotico?" "Certo, amore". "Ok, pero' arrivo a mezzogiorno e mezza e andiamo subito che ho gia' fame". "....va be'....ok, ti aspetto".

All'ora prevista mi chiama e mi dice di scendere sotto l'ufficio. Ma invece di trovarla al portone la vedo in lontananza che mi fa segno di andare verso di lei. E' davanti alla vetrina di un negozio di arredamenti di lusso. Ci passo davanti tutte le mattine da anni ma non ho mai pensato di entrarci perche' ha l'aspetto di un posto troppo caro.

"Guarda che bei divani! Entriamo?" "Come sarebbe entriamo, che ti frega, dai, non dovevamo andare a pranzo?" "Da dove si entra?" "...e che ne so..." Din Don!!! suona implacabile il campanello del portone hi tech. "Desidera?". La solerte commessa occhialuta e' gia' li', e in pochi minuti mostra a Grace l'intero calatogo dei divani e l'intero campionario dei tessuti. Nel frattempo Grace mi pone delle domande assolutamente oziose delle quali non attende neanche la risposta, anzi, ingloba la risposta nella domanda stessa, ma l'intera procedura le serve per illudermi di avermi coinvolto nella scelta dell'acquisto. "Siediti, provalo, comodo, no? E questo tessuto? Meglio questo o quello? Questo, no? E la lunghezza? Ci vuole piu' lungo o piu' corto secondo te? Piu' lungo, sta meglio. Che dici, lo mettiamo sotto il quadro in sala? Si, sotto il quadro sta benissimo".

Io resto li' imbambolato senza capire cosa sta succedendo fino alle tre frasi risolutive, pronunciate in rapida sequenza:

1) "E' proprio come lo volevi tu"
2) ( pronunciata sottovoce ) "Guarda che il prezzo e' ottimo!"
3) "Abbiamo fatto un affare!"

Anticipo dalla mia carta di credito e consegna a domicilio tra 3 giorni. Fatto. Sono uscito dall' ufficio pensando di andare a pranzo e ho comprato un divano nuovo.
E il tutto e' successo in quindici minuti netti.

Al ristorante macrobiotico, dopo avermi mostrato il giubbotto che si era comprata subito prima del nostro incontro, Grace, forte delle nozioni apprese al corso di cucina macrobiotoca che sta seguendo ogni mercoledi' sera, si lamenta del disequilibrio proteico del menu'. "Adesso gli vado a chiedere dove le trovo, io, qui, le proteine?" "Ti prego, glie lo puoi dire un giorno in cui non ci sono? Io qui ci vengo spesso.....".

All'uscita, mentre stiamo per salutarci, mi dice "Oh, non ho piu' biglietti per l' autobus. Tu ne hai uno da darmi?" "....veramente no...li ho finiti stamattina, ma possiamo comprarli all'edicola..." , "No, va be', pazienza, prendo un taxi, ciao".

Tuesday, January 03, 2006

Grace delle nevi

Vacanze di Natale a Courmayeur.
"Curma", come dicono i milanesi.
Sistemazione nel residence di pre' St. Didier dove scendevano abitualmente i Savoia quando regnavano sovrani.

Partenza la mattina del 25 Dicembre. Grace si e' premurata di ordinare telefonicamente presso la piu' cara gastronomia della zona ovest di Milano un luculliano "pranzo di Natale" per tutta la famiglia. Un enorme scatolone che da solo riempie 3/4 del bagagliaio, con tutte le portate accuratamente imballate, che vado a ritirare e pagare prima della partenza, "perche' non vorrai mica che mi metta a cucinare quando arriviamo in montagna, e il pranzo di Natale al ristorante fa tristezza". Come darle torto.

Il menu:
Cappesante allo champagne e scamponi reali gratinati alle erbe.
Zuppa ai tre cereali bio con zafferano, porri e crostacei
Brodo di cappone con cappelletti mantovani di brasato
Filetti di orata alla ligure
Filetti di branzino in salsa di mandarino
Funghi porcini trifolati
Purea di patate e asparagi.

Nei giorni precedenti ho prenotato e gia' pagato on line una settimana di scuola di sci per entrambi i bambini.
Grace decide di non negarsi l'opportunita' di sciare, ma a giorni alterni, naturalmente con maestro privato. Questa diabolica soluzione le permette di sfoggiare le sue mise da sci sulle piste, senza negarsi intere giornate di shopping mentre io e i bambini sciamo.

Nella perfida lotteria dei maestri di sci, ai bambini non e' toccata purtroppo la deliziosa istruttrice uguale a Victoria "Posh" Beckham che ho visto sfrecciare sul Pra' Neyron, ne' quella specie di Elisabetta Canalis delle Alpi incontrata allo skilift, ma "La Iris", che con tutto il rispetto ricorda mia Zia Lella.
D'altra parte, a Grace non e' capitato il giovane maestro uguale a William d' Inghilterra gia' adocchiato l'anno scorso, ma Piero, sessantenne veterano degli istruttori, cicciotto, paterno e con una dentatura che da decenni frequenta abitualmente Gauloises senza filtro.

Le giornate sciistiche di Grace hanno come "fil rouge" la perenne messa in discussione dei fondamenti di ogni singola usanza connessa allo sport in questione.
La funivia: "Dovrebbero fare entrare meno gente. Si sta troppo stretti".
Gli scarponi: "Perche' li fanno cosi' duri? Fanno male!"
Le piste: "A Sauze D'Oulx le piste sono piu' belle!".
Le seggiovie: "Si vede che sono vecchie!"
L'abbigliamento: "Dovrei comprare anche per me la maglia "tecnica" come quelle che ho comprato per i bambini".
La neve artificiale: "Perche' non la sparano meglio, qui e' tutto ghiacciato!".

A proposito di neve: durante una nevicata, guardando i fiocchi che scendevano in controluce sull' insegna arancione di un bar, Alessandro ha detto: "Guarda Babbo, la neve artificiale!".
"No, amore, questa e' neve naturale...".
"Allora perche' e' arancione?".

Quando Grace non viene con noi sulle piste, le sue giornate sono permeate da una costante attivita' di prenotazioni e cancellazioni connesse alla "beauty" personale. Prenota le terme, sposta il massaggio, cancella la sauna e riprenota la ceretta cancellata precedentemente.
Altro che personal trainer, per lei ci vorrebbe il "Personal booker and eraser".

In pochi giorni Grace diventa la regina di Via Roma, il "corso" delle boutique piu' esclusive di Curma, e la migliore cliente di quelle rosticcerie che ostentando nomi come "Les Gourmandises", o "L'antico pastificio della Gabriella" dichiarano gia' in partenza prezzi esorbitanti.

Un giorno, di ritorno dalla spesa, mi dice "Guarda che la tua carta di credito non funziona. Non ho potuto pagare. Pensa che gentile la Gabriella, mi ha detto che puoi passare tu quando vuoi". Naturalmente la carta ha raggiunto il limite mensile di spesa, quindi vado a saldare il conto cash dalla gentilissima Gabriella ( "Ah, lei e' il marito della signora Grace..." ).

Sotto Capodanno, mentre tutte le "sciure" affollano le gastronomie del corso in vista dei cenoni, a Grace riesce una doppietta da vera professionista: entra dalla Gabriella, prende il numero 38 mentre stanno servendo l' 84, calcola il tempo approssimativo che ci vuole per servire 54 clienti, riesce ad andare dal parrucchiere e torna in rosticceria un'ora e mezza dopo, esattamente mentre stanno chiamando il numero prima del suo. Chapeau.

Le attivita' di shopping riguardano essenzialmente micro-acquisti mirati: tazzine artigianali, presine da cucina ricamate a mano, calze per i bambini nel piu' esclusivo negozio di calze per bambini, quando un giorno arriva l'annuncio:

"Ho visto una borsa...."
"Beh, amore, ti avevo promesso un regalo per il nostro anniversario...",
"...e' proprio bella. Vorrei fartela vedere....",
"Ok, andiamo. Dove l'hai vista?"
"Da.....( il negozio piu' caro di tutta la Val D' Aosta, n.d.r. )...solo che pensavo che costasse(......) invece costa molto di piu'. Pero' e' bellissima. Pensa, e' in edizione limitata",
"Limitata?!? Cioe'?",
"Va be', dai, andiamo, voglio fartela vedere",
"Beh, se e' cosi' bella e limitata, speriamo che ci sia ancora...." ,
"L'ho fatta mettere da parte...".

Se incontrate Grace, sappiate che la sua borsa e' la n. 54 di una limitatissima serie firmata, della quale ogni modello e' personalizzato e diverso dagli altri, in vendita solo in selezionatissimi negozi di Milano, New York, Cortina, Gstaad, Parigi, Aspen....e Courmayeur.