In alto i calici!
Consultando la casella email "familiare", cioe' quella che Grace usa regolarmente, ho trovato questa:
ARRIVANO GLI ‘HAPPY O’ DELLA RIEDEL PER FESTEGGIARE L’ARRIVO DELLA PRIMAVERA…
La Riedel, cristalleria austriaca che nel 2006 ha celebrato 250 anni di attività , leader nel mondo per i calici da vino, tinge di colori allegri l’arrivo della primavera, per una volta un po’ controcorrente dalla sua rigorosa filosofia: ecco i nuovi bicchieri Happy ‘O’ , che vanno a integrare la linea ‘O’, già lanciata con enorme successo mondiale nel 2004 e via via arricchita da nuovi modelli: ovvero, quei rivoluzionari bicchieri senza stelo che sdrammatizzano l’approccio al vino, garantendo comunque un uso ‘tecnico’ grazie alle ineguagliabili forme Riedel e alla filosofia esclusiva, per cui ogni calice è studiato per quel determinato vino o bevanda.
Qui però la particolarità è proprio nel lieve tocco di colore alla base del bicchiere… E così, negli Happy O (tutti della stessa forma e dimensione, 96 mm di altezza e 320 cc di volume), c’è il modello Baby-Blue con una sfumatura di azzurro, lo Spring- Green con un tocco di verde pallido, il Dawn-Red che tende al rosa, l’Easter-Yellow, per festeggiare la Pasqua, naturalmente giallo!
Gli Happy O sono in vendita in set completo da 4 pezzi a 33 euro.
E se gli ‘Happy’ Riedel rallegrano la tavola, aggiunge invece una nota di classe un’altra novità, sempre nell’ambito della linea ‘O’, la caraffa ‘O’ Pitcher , dalla linea snella, movimentata da un’ondulatura alla base (24,90 euro).
I nuovi articoli Happy O Riedel si prestano per un’originale servizio, in ogni situazione e per ogni bevanda, acqua o coca cola compresa! Sono anche molto pratici per l’uso quotidiano: entrano facilmente in qualsiasi lavastoviglie, e, visto che la primavera è già alle porte, perché non utilizzarli per un bel picnic?
Gli Happy O stanno perfettamente nel cestino, nei minibar e nelle minicucine dei camper, o della casa di vacanza.
INFORMAZIONI:In Italia la Riedel è distribuita al dettaglio da:Studio Kalin, via Lepetit 4, 20124 Milano, tel. 02.6692900, fax 02.66980814, info@studiokalin.itNel settore professionale ristorazione e aziende vinicole da:Gaja Distribuzione, via Torino 18, 12050 Barbaresco (CN),tel. 0173.635255, fax 0173.635256RIEDELGLAS, Weissachstr. 28 - 34A – 6330 KufsteinTel: +43 5372 64896 0, Fax: +43 5372 63225www.riedel.com, info@riedel.com(sede visitabile con grande punto vendita aziendale e show multimediale Sinn-phonie; vicino alle principali stazioni turistiche tirolesi e dell’Alto Adige; da Innsbruck 30’, da Bolzano 1h e 30’).
Beh....a soli 30 minuti da Innsbruck...
Everybody Lomi Lomi!
Cari amici di Grace,
e' tornato il momento della canonica settimana bianca annuale, questa volta tra le meravigliose montagne dell' Alta Val Badia.
Quattro famiglie insieme, splendido scenario naturale, bambini a scuola di sci, io a sciare con gli amici, bel tempo, un accogliente hotel.
Dopo avere pensato per settimane se avrebbe sciato oppure no, ed essersi comunque cautelata comprando un completo nuovo da sci ( quello precedente era stato usato circa una settimana in tutto nel corso degli ultimi 4 anni ), Grace scioglie il dilemma propendendo per una soluzione mista: lezioni private di sci tutti i giorni, poi shopping e "trattamenti" nella sontuosa spa dell' albergo.
Ecco, non so dirvi quali siano stati i trattementi cui Grace si e' sottoposta, perche' io ho solo pagato il conto finale, ma posso dire che spesso il primo era elle 9,30 del mattino e l'ultimo alle 21, e che tra quelli a disposizione c'erano:
Massaggio rilassante
Massaggio drenante
Riflessologia plantare
Massaggio energetico alla schiena
Lomi Lomi
Come sarebbe cos'e' il Lomi Lomi? leggiamo sulla guida dell' hotel: e' il "massaggio hawaiano che risveglia l'energia, affina la sapienza del corpo, rimuove blocchi e irrigidimenti, rilassa e mette in ciontatto col libero fluire dell'energia vitale". Come rinunciare ad un Lomi Lomi?
E ancora, saltando i banali manicure, pedicure, depilazioni di tutti i tipi:
Masque Thalasso con alghe marine
Soin Masque Modelant con maschera termoattiva (?)
Terapia Cocoon
Peeling corpo al sale ed olio
Body silhouette "sculptant"
Sensations d' orient
Modelage reve de pluie con balsamo speziato
Oxyliance mirato ad alta tecnologia, e per finire
Cioccolatoterapia ( what?!?)
e non mi sono addentrato nel mondo parallelo dei trattamenti ayurvedici.
Oh, e poi ci sono i "percorsi benessere", tra i quali spicca quello cinicamente intitolato "Desperate housewives", sottotitolo: "mentre i mariti sono a sciare". Euro 108.
Naturalmente Grace stringe amicizia con la massaggiatrice universalmente considerata piu' brava, Teresa, che arriva a consigliarle i maestri di sci piu' indicati alle sue esigenze sportive, anche se mi risulta sospetta la frase: "Teresa mi ha detto che devo fare lezione con quelli piu' giovani".
Naturalmente, parte integrante di questo meraviglioso mondo del benessere, e' il privilegio di poter acquistare una esclusiva linea di creme di produzione francese che si trovano solo in una catena di esclusive spa in selezionati grand hotel. E che puoi segnare comodamente sul conto della camera.
"Mi e' piaciuta questa vacanza - dira' Grace sulla via del ritorno - ci voglio tornare a Natele, anche perche' ho scoperto che ci sono tante cose che non abbiamo fatto, tipo le escursioni con i cavalli!".
Les Bains Douches
Cari, e soprattutto "care", Grace fans, è da un po' che non ci si sente, ma in famiglia abbiamo avuto da fare con il rifacimento dei bagni.
Era da un paio di anni che Grace faceva passare sensazioni striscianti a ritmo sempre piu' ravvicinato, da "Questo sciacquone funziona male", a "Non scorre bene l'acqua della vasca", fino a "Il porta asciugamani si e' rotto. Era vecchio", per finire con "Guarda, non arriva piu' l'acqua calda!". L'intenzione era ovvia.
Il primo giorno di primavera, puntuale, scatta la prima telefonata con l'architetto.
Il giorno in cui Grace e i bambini partono per il mare, inizio Luglio, appena loro escono, entrano gli operai e mi sventrano la casa.
Polvere ovunque, tutti i miei dischi incellofanati, e soprattutto l'impossibilita' di fare qualsiasi cosa si faccia in bagno.
"Tanto, scusa, pipi' la vai a fare in ufficio, e la doccia quando vai a nuotare in piscina no?"
Certo. Che problema c'è.
Dopo un mese di agonia, disagio e denti lavati nel lavello della cucina, parto anche io per le meritate vacanze, raggiungendo Grace e i bambini in Salento.
Casa affittata, vista mare, bella atmosfera, amici, riposo.
Prese le dovute informazioni, Grace prenota prima il ristorante di Gallipoli famoso per la foto che ritraeva D'Alema e Buttiglione a tavola qualche anno fa, e poche sere dopo, il ristorante di Otranto frequentato dalle celebrita' locali tipo Ennio Capasa, stilista di Costume National.
Come spiaggia viene scelta quella frequentata, si dice, da Diego Abatantuono, Antonio Ricci, Bisio e la Hunziker. Peraltro mai visti, ma chi se ne frega.
Ma la vera nuova amica di Grace e' la ragazza che gestisce il chiosco dei parei vicino alla spiaggia. Li' Grace troverà il suo Nirvana alla media di un pareo ogni 3 giorni. Questo perchè e' di un rosa bellissimo, questo lo usiamo come tovaglia, questo lo regalo alla mia amica per il compleanno, questo e' per mia sorella che ci viene a trovare. Al decimo giorno sento la ragazza del chiosco dire al marito: "Con oggi ci siamo ripagati l'affitto della casa".
E' Settembre, siamo tornati in città. I lavori dei bagni si sono bruscamente interrotti per le vacanze di tutti ( l'architetto e' ancora al mare ). Abbiamo un solo gabinetto e la vasca parzialmente funzionanti. Ancora niente doccia, bidet, e lavandini. In cucina convivono dentifrici e detersivi, spazzolini e bucce di patata, asciugamani e stracci. Per quanto ancora, chi lo sa.
Au revoir.
Ah, grazie a Grazia per la segnalazione.
Grace in concert
Il rapporto tra Grace e i concerti rock e’, come del resto quello tra Grace ed altre cose, tanto insolito quanto chiarissimo.
In sintesi: il concerto rock per Grace non e’ altro che il prologo alla cena al ristorante.
Non che un concerto valga l’altro, per carita’. In linea di massima Grace preferisce occasioni ad alto tasso “rock chic”, quei concerti, insomma, delle band "alternative" che quando suonano a Los Angeles o a Londra hanno tra il pubblico gente come Jennifer Aniston e Orlando Bloom ( Strokes, Oasis, Red Hot Chili Peppers ), oppure “big” conclamati, da Madonna ai Depeche Mode, o idoli della sua infanzia come De Gregori e i Duran Duran.
I suoi preferiti sono in assoluto i Pearl Jam.
A qualsiasi di questi concerti, in ogni caso, Grace resiste per circa meta’ spettacolo, poi comincia a dire “Va be’, andiamo?”.
Conoscendo la mia ovvia ritrosia nei confronti del prematuro abbandono dei concerti che mi piacciono, ormai gioca d’anticipo. Prima dell’inizio dello show comincia a buttare li’ frasi tipo “Io ho gia’ fame”, dopo i primi 20 minuti incalza regolarmente con domande quali “Quanto manca?”, e allo scoccare dei tre quarti d’ora minaccia “Guarda che chiude il ristorante!”.
E' riuscita a farmi ascoltare Jumpin' Jack Flash in lontananza mentre uscivamo anzitempo dal concerto dei Rolling Stones, e l'unico che le e' piaciuto fino alla fine e' stato quello di Kylie Minogue, perche' sapevamo che ci sarebbe stato un aftershow party con cena inclusa li', nello stesso posto.
Approfittando dell’arrivo in Italia della band di maggior successo in assoluto degli anni ’70, gli Eagles, per di piu’ nella splendida cornice dell’Arena di Verona, avevo organizzato per benino il primo vero concerto non solo “da vecchi” dal punto di vista delle canzoni, ma anche nel modo di fruirne.
Basta con il mordi e fuggi, i chilometri macinati nella notte per tornare a casa, il panino e la coca cola per placare i morsi della fame, i concerti visti in piedi, le code per entrare, le ore passate ad aspettare l’inizio seduti per terra. Abbiamo gia’ dato.
Adesso ce la godiamo. Ecco il decalogo per un vero concerto "da vecchi".
1) Bambini sistemati da amici
2) Hotel prenotato
3) Altre 2 coppie di amici, anch’essi figliesenti, confluiti da Roma e Amsterdam.
4) Arrivo in mattinata a Verona e pranzo con gli amici alla Trattoria Vecio Mulin, sul lungo Adige, ottimo astice e altre varieta’ di pesce.
5) Pennichella in hotel.
6) Shopping in centro, tra i negozi e le bancarelle di Piazza delle Erbe.
7) Ingresso in Arena 15 minuti prima dell’inizio del concerto. Biglietti numerati di poltronissima centrale, fila 7 vicino al palco, poltroncine in velluto rosso
8) Ristorante prenotato per il dopo-concerto, 5 minuti a piedi dall’Arena, “Antica Bottega del Vino”, con sedi a Verona e a New York.
9) Confortevole notte in hotel senza i bambini da accompagnare a scuola
10) Comoda partenza in mattinata dopo una sontuosa colazione.
Eppure, malgrado questo invidiabile scenario, durante l’attesissimo bis del concerto, sull’inconfondibile attacco di “Hotel California”, ho percepito Grace, accanto a me, che guardava l’orologio e diceva “…madonna che tardi. Che dici, cominciamo ad andare cosi’ evitiamo la calca all’uscita?”.
Per una volta, ho fatto finta di non sentire.
Evviva la Capannetta
Durante i viaggi familiari del fine settimana, una delle cose fondamentali per Grace e' la sosta all'autogrill giusto. Guai a sceglierne uno sbagliato, magari solo per la banale e del tutto secondaria necessita' di fare benzina. Bisogna fermarsi a quelli belli.
La prima caratteristica e' puramente estetica: no agli autogrill a ponte, quelli che passano sopra l'autostrada, troppo grandi, dispersivi e con le scale scomode. No a quelli piccoli e squadrati, sicuramente squallidi, sguarniti e con i bagni zozzi, e no alle sottomarche, tipo "Motogrill".
La prima caratteristica dell'autogrill da frequentare e' che sia "a capannetta", cioe' con il tetto spiovente. E' piu' elegante, dice. Anche i bambini, ormai, quando passiamo davanti a uno di quelli mi urlano nelle orecchie mentre guido "Capannetta!!!".
Sicuro del fatto mio, dopo svariati sopralluoghi, sabato scorso mi sono fermato al primo autogrill del raccordo di Bologna, venendo da Milano e in direzione della A14 Adriatica. Sapevo che l'avevano appena ristrutturato, e ho fatto un figurone.
E' un "My chef" con ristorante self service, pizzeria, piccolo supermercato, bagni nuovi, puliti ( che per un autogrill e' clamoroso ), appena rifatti con pareti colorate e perfino un angolo con lavatrice e asciugatrice a gettone! Una vera figata, amici.
Grace e' sparita tra i corridoi, lasciandomi alla cassa con i bambini che chiedevano gelati e caramelle.
Dopo qualche minuto e' ricomparsa trionfante con due confezioni di tarallini, due di Nutella Snack, una di limoncello, biscotti integrali, un uovo di Pasqua fuori tempo massimo e quindi in super-offerta, fazzolettini di carta, acqua minerale, e l'ultimo numero di "Chi" ( "...per vedere se e' vera la storia di Scamarcio e la Golino!" ).
I bambini, nel frattempo, erano attratti dai modellini di moto da corsa e i pupazzetti dei Power Rangers.
"Guarda, hanno anche il latte fresco!" esulta Grace. " Fantastico questo My Chef. Voglio fermarmi sempre qui. Al ritorno facciamo la spesa!".
"Ma, veramente, al ritorno siamo in direzione opposta...",
"Ma c'e' il sottopasso!"
Ha ragione. C'e' il sottopasso. Il My Chef del raccordo per Bologna San Lazzaro ormai e' il suo regno "on the road". Al prossimo viaggio faro' come quelli di www.m-o-d.biz e mettero' all'ingresso un bell' adesivo con scritto "Approved by livingwithgrace.blogspot.com".
La Rosa d' Egitto
Marsa Alam, Egitto. Posto meraviglioso in riva al cristallino Mar Rosso, barriera corallina popolata di pesci colorati fantastici, camere direttamente su una spiaggia di sabbia fine, piscine, tennis, bar on the beach, prati all'inglese incredibilmente verdi e curatissimi con rigogliose siepi di fiori freschi anche in pieno deserto, ed mille altre amenita'.
Tra i simpatici compagni di viaggio, di varia tipologia, eta' ed estrazione sociale , ne spiccava uno: il chirurgo plastico.
Per una settimana il povero (oddio, povero...) e' stato attorinato all'ombrellone da sciure in pareo che gli ponevano mille domande, alle quali rispondeva paziente (per una volta il paziente era lui) sciorniando tecniche, agghiaccianti dettagli splatter, risvolti psicologici, e soprattutto prezzi di ogni tipo di intervento estetico: dal semplice "filler" di botox sotto gli occhi, fino al prosciugamento totale di ogni tipo di pancia, dal tirar su il culo allo sfinare i polpacci, per non parlare dell'aggiustamento di zigomi, nasi e labbra, fino alla piu' classica delle operazioni, la Milano-Sanremo del ringiovanimento femminile, la Quinta di Beethoven del bisturi, la Stairway to Heaven del sex appeal: le tette nuove.
L'argomento specifico era facilitato dalla presenza nel Gruppo Vacanze Egitto di una portatrice sana di tette rifatte pochi mesi prima dal suddetto chirurgo, diventata suo malgrado il manichino vivente al quale le altre facevano riferimento, additandola ai propri mariti: "Hai visto le tette della Laura? Hai visto come stanno su? Belle vero? Cinquemila euro. A tetta".
Il chirurgo stesso mi ha raccontato che lui riesce a capire che tipo di coppia ha di fronte al primo appuntamento. Se lui ha la faccia di quello che, appena uscito, le dira' "scordatelo, non se ne fa niente", e' il marito. Se ha l'espressione entusiasta e aggiunge frasi tipo "ma, si, dai, gia' che ci sei facciamo anche quello...", e' l'amante.
A Grace le tette nuove piacerebbero non gia' per rendersi piu' attraente nei confronti del marito ( non vi preoccupate, tutto il repertorio del "ma se sei bellissima cosi' " e derivati l'ho giocato da tempo ) ma solo per potersi comprare degli abitini estivi che con quel tipo di tetta starebbero su meglio. Insomma non vuole un seno piu' prosperoso, vuole solo un appendiabiti.
10.000 euro per un attaccapanni.
La scoperta della settimana, per Grace, e' stato un mini-souk artificiale di negozietti, che immediatamente e' diventato la sua meta preferita e quotidiana. Complice il contagioso atteggiamento di grande concordia tra i popoli che hanno i bottegai locali, Grace e' diventata la migliore amica di Abdul, che vende anelli e ciondoli, Zacaria, che vende olii profumati ed essenze, Hassan, sandali e pashmine, Ahmed, pendagli, bracciali e roba del genere.
Zacaria, il piu' paraculo di tutti, espone una lista di olii curativi mirati ad ogni singolo malanno tipico delle sciure italiane: quello per la cervicale, quello per la cellulite, per la bronchite, il cagotto, il mal di testa, dolori mestruali, punture d'insetto, ustioni solari. A Grace ha rifilato una boccettina di olio per capelli fatto apposta proprio per quel tipo di capelli li', oltre ai semini di cardamomo, cumino, mirra ( quella di oro incenso e mirra ) e altre diavolerie inutili spacciate per ingredienti da cucina o profumazioni d'ambiente.
"Che ci fai col cardamomo, scusa?" "Il risotto!". Ah, certo, il famoso risotto al cardamomo.
Ma il capolavoro e' stata "La Rosa d'Egitto". Che non e' una rosa, e' un tozzo di rametti nodosi e secchi, che il sapiente Zaccaria ha raccomandato di mettere in acqua per tre giorni, cambiando l'acqua ogni giorno, e avremmo visto spuntare dei meravigliosi fiorellini bianchi e profumati che durano un anno.
Tornati in Italia, messa la rosa in acqua, dopo una settimana niente fiorellini, legno marcito, puzza, buttata via la rosa.
Dopo l'acquisto di sandali, magliette e ninnoli vari culminata in una partita di bicchierini in vetro colorati a mano, moooolto carini, ma troppo piccoli per il te', troppo grandi per la vodka, insomma inutili, Grace ha dato il meglio di se' comprando una confezione di italianissima crema solare. Non certo perche' la sua scorta fosse esaurita ( i bambini sono tornati in Italia bianchi per eccesso di protezione 80 spalmata a strati ), ma perche', secondo lei, "In Italia questo formato non si trova ".
Per fortuna si e' accorta troppo tardi che all'imbarco del volo di ritorno si stagliava minaciosa all'interno dell'aeroporto l'insidiosa boutique "Golden Pyramid Jewellery"!.
"Guarda, hanno degli anelli bellissimi!"
"Tesoro, stanno imbarcando, tocca a noi, sbrigati!"
fiuu....
Bombe d' Egitto
Avevo in programma un bel post per narrare le gesta di Grace alle prese con la vacanza egiziana, regina dei negozietti di ninnoli e in giro per il deserto a dorso di cammello. Poi ieri è arrivata la notizia degli attentati terroristici a Dahab, e mi è passata la voglia. Siamo tornati da tre giorni da una terra dove ci sono solo sassi, sabbia e povertà, ma dove il turismo che cresce sul bordo di quel mare meraviglioso riesce a far vivere meglio tante famiglie.
Eravamo a Marsa Alam, molto piu' a sud di Dahab. In un posto fantastico costruito con gusto ed in soli 6 mesi da 2000 operai. Formichine veloci come quelle che costruirono le piramidi migliaia di anni fa. Mano d'opera raccattata tra i giovani gi Assuan, molti dei quali oggi lavorano li' e i posti simili. Lo stipendio medio di un operaio è di 12 euro al mese. Un ragazzo che lavora alla reception, in una situazione di estremo privilegio solo per il fatto di essere in un ambiente pulito, con aria condizionata e ordinatamente vestito, ci ha detto che arriva a circa 40 euro al mese. Con un quarto di lira egiziana, equivalente a 4 centesimi di euro, una famiglia riesce a comprare 5 pagnotte. Quando gli lasci due euro di mancia gli hai risolto la settimana.
Hassan, il ragazzo che ci serviva il te' nella tenda sotto le stelle, ci ha salutati sorridente perchè andava a casa a trovare la moglie e il figlio nato da 20 giorni, che possono mangiare e avere una casa perchè lui prepara il te' ai turisti, a sei ore di strada da casa sua.
Le bombe di Dahab, come quelle di Sharm El Sheik l'anno scorso, possono mettere seriamente in crisi questo sistema. Dove siamo andati noi erano quasi tutti italiani e tedeschi. A Dahab erano soprattutto egiziani in vacanza. Viene da dire che non bisogna lasciare che la paura vinca, che in Egitto bisogna andarci lo stesso, perchè negli alberghi e nei villaggi tutto è controllato (le bombe di ieri sono state messe in un mercato nel centro di un paese) e perchè sulle strade di grande comunicazione c'è un posto di blocco ogni 500 metri. Però se la strage di Dahab fosse successa pochi giorni prima della nostra partenza, chissà se noi saremmo partiti. Per il momento c'è solo il silenzio, e la preghiera per chi ieri era in vacanza ed improvvisamente adesso si trova tra le mille stelle di quel cielo infinito. Salaam Alaykum.
Spring Break
Grace ha un problema: le vacanze dei bambini sono troppo lunghe. Tra elezioni, Pasqua, 25 aprile e vari ponti all'italiana i ragazzi ci stanno tra le scatole quasi un mese.
Ma a differenza della maggioranza delle mamme italiane, che di tutto cio' si accorgono quando le date si avvicinano, Grace aveva previsto tutto mesi fa, calendario alla mano, e si e' organizzata. Naturalmente senza dirmi niente.
I giorni precedenti alla scadenza elettorale sono stati un carosello di attivita' volte a sbolognare i piccoli a destra e a manca negli orari destinati ai suoi pilates e stretching: Ale a giocare da un amico, Enrico a nuoto accompagnato dalla mamma di un altro, uno a pranzo da un compagno, l'altro alla festa di una amichetta. Naturalmente Grace non e' mica una approfittatrice, e le cortesie le restituisce volentieri, quindi io dovevo poi accompagnare tutti all'allenamento di calcio e poi portarne 5 a mangiare il gelato.
Anche se a Pasqua io avrei solo un giorno di vacanza, Grace ha prenotato una settimana in un resort egiziano al mare dove sono gia' andati dei nostri amici. "E' bellissimo, guarda qui che belle foto, e poi non costa tanto, a proposito dammi l'assegno che devo andare in agenzia a pagare".
Il ritorno e' previsto giusto il giorno prima del lungo ponte del 25 Aprile, che Grace ha deciso di passare al mare in Liguria. Si arriva e si riparte subito per altri 4 giorni, ed il problema dei bambini e' risolto. Oh, non potevamo mica farli rimanere a respirare l'aria di Milano, questi poveretti.
Domani mattina all'alba partiamo. Grace mi ha telefonato adesso per dirmi che devo andare a prendere i bambini al parco mentre lei poverina deve finire di preparare le valigie. Poi, vista la sua concentrazione sulla questione valigie, dovro' anche ritirare il bucato e mettere a posto il casino lasciato dagli operai che, oggi, sono finalmente venuti a montare la scarpiera in legno antico intarsiato e dipinta a mano che aspettavamo da un anno, ma che tardava ad arrivare. Dalla Thailandia.
Noi ci sentiamo dopo l'egitto, amici.
Non dovevamo andare a pranzo?
Grace mi telefona in ufficio, verso le 11. "Sono al bar della palestra. Ho appena finito Pilates, madonna come sono stanca! E tu che stai facendo?" "Sto lavorando, veramente". "Ah, senti, ti va se pranziamo insieme al macrobiotico?" "Certo, amore". "Ok, pero' arrivo a mezzogiorno e mezza e andiamo subito che ho gia' fame". "....va be'....ok, ti aspetto".
All'ora prevista mi chiama e mi dice di scendere sotto l'ufficio. Ma invece di trovarla al portone la vedo in lontananza che mi fa segno di andare verso di lei. E' davanti alla vetrina di un negozio di arredamenti di lusso. Ci passo davanti tutte le mattine da anni ma non ho mai pensato di entrarci perche' ha l'aspetto di un posto troppo caro.
"Guarda che bei divani! Entriamo?" "Come sarebbe entriamo, che ti frega, dai, non dovevamo andare a pranzo?" "Da dove si entra?" "...e che ne so..." Din Don!!! suona implacabile il campanello del portone hi tech. "Desidera?". La solerte commessa occhialuta e' gia' li', e in pochi minuti mostra a Grace l'intero calatogo dei divani e l'intero campionario dei tessuti. Nel frattempo Grace mi pone delle domande assolutamente oziose delle quali non attende neanche la risposta, anzi, ingloba la risposta nella domanda stessa, ma l'intera procedura le serve per illudermi di avermi coinvolto nella scelta dell'acquisto. "Siediti, provalo, comodo, no? E questo tessuto? Meglio questo o quello? Questo, no? E la lunghezza? Ci vuole piu' lungo o piu' corto secondo te? Piu' lungo, sta meglio. Che dici, lo mettiamo sotto il quadro in sala? Si, sotto il quadro sta benissimo".
Io resto li' imbambolato senza capire cosa sta succedendo fino alle tre frasi risolutive, pronunciate in rapida sequenza:
1) "E' proprio come lo volevi tu"
2) ( pronunciata sottovoce ) "Guarda che il prezzo e' ottimo!"
3) "Abbiamo fatto un affare!"
Anticipo dalla mia carta di credito e consegna a domicilio tra 3 giorni. Fatto. Sono uscito dall' ufficio pensando di andare a pranzo e ho comprato un divano nuovo.
E il tutto e' successo in quindici minuti netti.
Al ristorante macrobiotico, dopo avermi mostrato il giubbotto che si era comprata subito prima del nostro incontro, Grace, forte delle nozioni apprese al corso di cucina macrobiotoca che sta seguendo ogni mercoledi' sera, si lamenta del disequilibrio proteico del menu'. "Adesso gli vado a chiedere dove le trovo, io, qui, le proteine?" "Ti prego, glie lo puoi dire un giorno in cui non ci sono? Io qui ci vengo spesso.....".
All'uscita, mentre stiamo per salutarci, mi dice "Oh, non ho piu' biglietti per l' autobus. Tu ne hai uno da darmi?" "....veramente no...li ho finiti stamattina, ma possiamo comprarli all'edicola..." , "No, va be', pazienza, prendo un taxi, ciao".
Grace delle nevi
Vacanze di Natale a Courmayeur.
"Curma", come dicono i milanesi.
Sistemazione nel residence di pre' St. Didier dove scendevano abitualmente i Savoia quando regnavano sovrani.
Partenza la mattina del 25 Dicembre. Grace si e' premurata di ordinare telefonicamente presso la piu' cara gastronomia della zona ovest di Milano un luculliano "pranzo di Natale" per tutta la famiglia. Un enorme scatolone che da solo riempie 3/4 del bagagliaio, con tutte le portate accuratamente imballate, che vado a ritirare e pagare prima della partenza, "perche' non vorrai mica che mi metta a cucinare quando arriviamo in montagna, e il pranzo di Natale al ristorante fa tristezza". Come darle torto.
Il menu:
Cappesante allo champagne e scamponi reali gratinati alle erbe.
Zuppa ai tre cereali bio con zafferano, porri e crostacei
Brodo di cappone con cappelletti mantovani di brasato
Filetti di orata alla ligure
Filetti di branzino in salsa di mandarino
Funghi porcini trifolati
Purea di patate e asparagi.
Nei giorni precedenti ho prenotato e gia' pagato on line una settimana di scuola di sci per entrambi i bambini.
Grace decide di non negarsi l'opportunita' di sciare, ma a giorni alterni, naturalmente con maestro privato. Questa diabolica soluzione le permette di sfoggiare le sue mise da sci sulle piste, senza negarsi intere giornate di shopping mentre io e i bambini sciamo.
Nella perfida lotteria dei maestri di sci, ai bambini non e' toccata purtroppo la deliziosa istruttrice uguale a Victoria "Posh" Beckham che ho visto sfrecciare sul Pra' Neyron, ne' quella specie di Elisabetta Canalis delle Alpi incontrata allo skilift, ma "La Iris", che con tutto il rispetto ricorda mia Zia Lella.
D'altra parte, a Grace non e' capitato il giovane maestro uguale a William d' Inghilterra gia' adocchiato l'anno scorso, ma Piero, sessantenne veterano degli istruttori, cicciotto, paterno e con una dentatura che da decenni frequenta abitualmente Gauloises senza filtro.
Le giornate sciistiche di Grace hanno come "fil rouge" la perenne messa in discussione dei fondamenti di ogni singola usanza connessa allo sport in questione.
La funivia: "Dovrebbero fare entrare meno gente. Si sta troppo stretti".
Gli scarponi: "Perche' li fanno cosi' duri? Fanno male!"
Le piste: "A Sauze D'Oulx le piste sono piu' belle!".
Le seggiovie: "Si vede che sono vecchie!"
L'abbigliamento: "Dovrei comprare anche per me la maglia "tecnica" come quelle che ho comprato per i bambini".
La neve artificiale: "Perche' non la sparano meglio, qui e' tutto ghiacciato!".
A proposito di neve: durante una nevicata, guardando i fiocchi che scendevano in controluce sull' insegna arancione di un bar, Alessandro ha detto: "Guarda Babbo, la neve artificiale!".
"No, amore, questa e' neve naturale...".
"Allora perche' e' arancione?".
Quando Grace non viene con noi sulle piste, le sue giornate sono permeate da una costante attivita' di prenotazioni e cancellazioni connesse alla "beauty" personale. Prenota le terme, sposta il massaggio, cancella la sauna e riprenota la ceretta cancellata precedentemente.
Altro che personal trainer, per lei ci vorrebbe il "Personal booker and eraser".
In pochi giorni Grace diventa la regina di Via Roma, il "corso" delle boutique piu' esclusive di Curma, e la migliore cliente di quelle rosticcerie che ostentando nomi come "Les Gourmandises", o "L'antico pastificio della Gabriella" dichiarano gia' in partenza prezzi esorbitanti.
Un giorno, di ritorno dalla spesa, mi dice "Guarda che la tua carta di credito non funziona. Non ho potuto pagare. Pensa che gentile la Gabriella, mi ha detto che puoi passare tu quando vuoi". Naturalmente la carta ha raggiunto il limite mensile di spesa, quindi vado a saldare il conto cash dalla gentilissima Gabriella ( "Ah, lei e' il marito della signora Grace..." ).
Sotto Capodanno, mentre tutte le "sciure" affollano le gastronomie del corso in vista dei cenoni, a Grace riesce una doppietta da vera professionista: entra dalla Gabriella, prende il numero 38 mentre stanno servendo l' 84, calcola il tempo approssimativo che ci vuole per servire 54 clienti, riesce ad andare dal parrucchiere e torna in rosticceria un'ora e mezza dopo, esattamente mentre stanno chiamando il numero prima del suo. Chapeau.
Le attivita' di shopping riguardano essenzialmente micro-acquisti mirati: tazzine artigianali, presine da cucina ricamate a mano, calze per i bambini nel piu' esclusivo negozio di calze per bambini, quando un giorno arriva l'annuncio:
"Ho visto una borsa...."
"Beh, amore, ti avevo promesso un regalo per il nostro anniversario...",
"...e' proprio bella. Vorrei fartela vedere....",
"Ok, andiamo. Dove l'hai vista?"
"Da.....( il negozio piu' caro di tutta la Val D' Aosta, n.d.r. )...solo che pensavo che costasse(......) invece costa molto di piu'. Pero' e' bellissima. Pensa, e' in edizione limitata",
"Limitata?!? Cioe'?",
"Va be', dai, andiamo, voglio fartela vedere",
"Beh, se e' cosi' bella e limitata, speriamo che ci sia ancora...." ,
"L'ho fatta mettere da parte...".
Se incontrate Grace, sappiate che la sua borsa e' la n. 54 di una limitatissima serie firmata, della quale ogni modello e' personalizzato e diverso dagli altri, in vendita solo in selezionatissimi negozi di Milano, New York, Cortina, Gstaad, Parigi, Aspen....e Courmayeur.